Una delle mie ultime letture è di Carlo Rovelli: L’Ordine del tempo. Rovelli è un grande fisico teorico italiano. Per me ancora più grande è il suo approccio alla comunicazione. Lui ti porta alla scoperta della fisica come nessun altro, in un mix di semplicità e poesia. Se lo hai letto o seguito qualche volta sai benissimo a cosa mi riferisco.
Nell’opera sopra citata, Rovelli inizia così:
Mi fermo e non faccio nulla. Non succede nulla. Non penso nulla. Ascolto lo scorrere del tempo. Questo è il tempo. Familiare e intimo. La sua rapina ci porta. Il precipitare di secondi, ore, anni ci lancia verso la vita, poi ci trascina verso il niente…Lo abitiamo come i pesci l’acqua. Il nostro essere è essere nel tempo. La sua nenia ci nutre, ci apre il mondo, ci turba, ci spaventa, ci culla. L’universo dipana il suo divenire trascinato dal tempo, secondo l’ordine del tempo.Rovelli C. , L’ordine del tempo, Adelphi Edizioni, Milano, 2017, p.13
Il tempo mi affascina a tal punto che ne soffro il suo incontrollabile scorrere: lento, veloce, fugace, rumoroso, silenzioso, inesorabile.
Nelle mie letture e, soprattutto, osservando le mie esperienze di vita, ho sempre notato di quanto il tempo venga utilizzato come fattore determinante per portare a termine qualcosa. Ovviamente è corretto, poiché ci vuole il giusto tempo per ottenere qualsiasi cosa.
Tuttavia nelle mie attività di consulenza, molte volte ho riflettuto su come il tempo andrebbe vissuto in relazione ai pesci e alla loro capacità di nuotare anziché all’acqua. In effetti, come spiega lo stesso Rovelli, è improprio affermare che il tempo viaggi su una linea retta bensì si muove in un ordine più spaziale e casuale.
Proprio questo concetto è alla base del mio pensiero sul tempo.
Seguimi un attimo.
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